Le prime testimoniane dell'utilizzo del caolino a Lipari risalgono all'epoca greca ( IV-III secolo a.C.) e sono rappresentate da alcuni reperti archeologici di vita quotidiana ritrovati nelle gallerie, come anfore, frammenti di vasellame in vernice nera, pentole e tazze che hanno permesso di fissare con certezza l'inizio dell'escavazione.
L'uso del caolino in quest'epoca è ben visibile nella produzione di terrecotte che venivano rivestite da una vernice bianca lucida, simile alla porcellana, che si ritrovano nei modellini di maschere teatrali e statuette comiche della Commedia Nuova, oppure negli esemplari di terrecotte figurate come le donne-fiore, unici documentati in Sicilia, e sileni-fiore che venivano spesso offerti come ex voto nelle chiese.
Il Pittore di Lipari, intorno al 300 a.C., utilizzava il minerale per la produzione di bei vasi colorati, dall'eccezionale policromia, di carattere molto originale ed insolito.
Dal bianco caolino mescolato con l'argilla deriva il colore chiaro dei suoi vasi, sui quali dipingeva figure in colori accesi, per l'utilizzo delle striature del minerale impuro dovute alla presenza di ferro, manganese e zolfo.
