Il sentiero che dalle cave scende a valle costeggia una parete alta un centinaio di metri e conformata "a cucchiaio", dove è ben visibile una successione di depositi vulcanoclastici fittamente stratificati. Questi depositi hanno riempito tra 125.000 e 80.000 anni fa un lago che esisteva nella depressione tra i rilievi di Monte Mazzacaruso e Timpone Pataso.
I depositi del paleolago di Timpone Pataso hanno restituito una ricca testimonianza fossile della flora presente intorno alle sue sponde: la palma nana, l'alloro ed il citiso delle Eolie.
Timpone Pataso è il più importante sito paleontologico delle Eolie.
Una esaltante policromia, frutto delle alterazioni delle rocce a causa dell'attività vulcanica ancora oggi presente nelle fumarole, che spazia dal rosa al giallo, passando per il rosso e l'arancio.
Un mutevole paesaggio dalle mille sfumature che, insieme alla forza imponente della natura circostante, regala la sensazione di vivere in un quadro impressionista in continuo movimento.
Nonostante l'aspetto apparentemente brullo, i "timponi" ospitano una flora abbastanza ricca e peculiare.
All'origine del toponimo della contrada Palmeto vi è la palma nana, che in passato doveva essere piuttosto diffusa anche a Filicudi, tanto da ispirarne il nome greco Phoinikodes.
Ai margini dei sentieri è frequente il fiordaliso delle Eolie, che fiorisce durante la stagione estiva; questa sottospecie endemica è abbastanza comune in quasi tutte le isole, dove occupa ambienti "estremi", come i pendii sabbiosi ed inospitali dello Stromboli o le nude falesie di Panarea.
Numerose le orchidee che fioriscono soprattutto all'inizio della primavera.
La nappola perenne cresce nelle praterie di barboncino mediterraneo in prossimità della costa.
Le falesie dei “timponi” del versante occidentale dell’isola ospitano la nidificazione di diverse specie di uccelli. Quella più emblematica è forse il corvo imperiale, il più grande rappresentante della famiglia dei Corvidi della nostra fauna, con un’apertura alare di oltre un metro e una colorazione interamente nera.
Piuttosto frequenti sono anche la poiana e il gheppio, il più comune rappresentante dei Falconidi nell’arcipelago.
Durante il periodo delle migrazioni le praterie del Palmeto offrono rifugio a numerose specie di interesse venatorio, come la quaglia comune.